15 racconti di Alda Teodorani musicati da 15 gruppi e illustrati da 15 disegnatori, mega coproduzione do it yourself


Deny Everything è (temporaneamente) in letargo. Ferma ogni coproduzione, collaborazione e scambio, ecc.
Resta attiva la mail per ordini, chiacchiere, condoglianze. Risposte in tempi biblici

lunedì 2 luglio 2012

Verde #2 è on line!

Terza uscita per la rivista letteraria più aggressiva della capitale.

Questa volta Verde #2 propone un menù davvero succulento: omaggio di Alda Teodorani al mostro sacro Lucio Fulci, illustrazioni di Maicol & Mirco, racconti e poesie di Er Farco, Morris Del Frate, Luigi Bonaro, Sergio Gilles Lacavalla, la nuova puntata del racconto lungo di S.H. Palmer. C'è anche il nuovo episodio di In-Distro che a questo giro è dedicato a Sincope, la nuova etichetta del mitico truculentboy, già Mammamiaquantosangue zine, Mastrotitta produzioni, responsabile di progetti del calibro di Compoundead, Tronco, Drum is dead.

Copertina brutale, retrocopertina a sorpresa: leggete, condividete, scaricate, diffondete.


venerdì 8 giugno 2012

stasera

Stasera Deny Distro esce da casa e va qui.
Più che una distro è un cantiere, quindi materiale a casaccio, poco ma buono.
Chi si perde la performance di NegativeSelf se ne pentirà amaramente, sono sicuro.

martedì 5 giugno 2012

verde #1

Puntuale come la fata di Cenerentola, allo scoccare del primo mese arriva il nuovo numero di Verde
E questa volta il gioco si fa ancora più duro: mai vista una rivista letteraria così aggressiva e incazzata. Rivista letteraria e non manuale di sabotaggio del quieto vivere, specifichiamo, perché il risultato finale può lasciare spiazzati. 
Verde concede quel che promette, è minacciosa dalla copertina all'ultima pagina che chiarisce: 
"ci sono momenti per recitare poesie e momenti per fare a pugni".
Verde sembra preannunciare una rissa più che un reading. Quindi no, niente universitari annoiati, scribacchini frustrati da editori a pagamento o sbrodolature da poeti che si scoprono maledetti solo da chi è costretto a leggerli.

"Il vomito è un’arma per la sopravvivenza che ci protegge dalle intossicazioni eliminando i veleni. Il rigetto, il vomito associato all’ebbrezza e al rifiuto è una delle chiavi della nostra idea di contenuto"


Le intenzioni sono chiare ed è chiaro anche come lettura, scrittura e comunicazione in varie forme siano una vera necessità senza secondi fini. Oltretutto stiamo parlando di una rivista partorita dal presente, anzi di una rivista elettrocartacea perché fruibile on line oltre che su carta, gratuitamente. Aggiornata nella scrittura, nei contenuti, nella forma e nella grafica "violenta".

Non è corretto usare l'etichetta free press che rimanda al mondo editoriale, al sottobosco di riviste che, nel bene o nel male, tirano a campare tra una pubblicità e l'altra. Qua non ci sono sponsor ma partners in crime che si muovono secondo scuola d.i.y. E tra questi c'è anche Deny Distro perché Verde contiene quello che vorremmo leggere in una rivista e rispecchia l'etica con cui siamo cresciuti.

Ma la collaborazione con Verde non si ferma alla condivisione di intenti e al supporto nella distribuzione. Deny Everything Distro 2.0 (versione risorta e aggiornata della distro più sgarrupata dello stivale italico) avrà una pagina a numero dedicata alle etichette e distro d.i.y.

Bando alle ciance: Verde #0  & Verde #1
e qua sotto le due pagine di In-Distro, leggete, condividete e scaricate!

Deny distro è ancora in stand-by, l'etichetta sta per partire di nuovo: la pentola è tornata a bollire.

giovedì 31 maggio 2012

suicide autoproduzioni

Tre righe tre per segnalare la nascita di una nuova etichetta d.i.y. Suicide Autoproduzioni (da leggere in italiano, inglese e francese).
Buone premesse e ottime intenzioni!

another part of the worldwide d.i.y. conspiracy

mercoledì 16 maggio 2012

Tre cose

Ricomincio a malapena e già arrivano i periodi di silenzio, eccheccazzo!
Vabè le cose non vanno proprio alla grande, poca voglia, poca energia, poca presenza ai concerti, "poca scena" (cit.), per il momento mi limito a sopravvivere e a chiudere una maledetta laurea triennale che mi porto dietro da sette anni, come il cadavere gemello di Azione Mutante.

Nel frattempo il blog è ripartito: ho avuto il piacere di conoscere I rumori sovversivi, anche se solo virtualmente, e Filippo dei Epater Le Bourgeois… pure se sono più lento di un'ottantenne a rispondere alle mail è questo il motivo per cui esiste questa paginetta!
Che piacere conoscere il responsabile di Teppa Life, la fanzine che compare nel libro dei Bloody Riot, libro che ho letto e riletto e riletto, fino a consumare le pagine. Già solo per questo volevo vederla sta fanzine! E quando l'ho trovata, casualmente e in un cesto di cartacce, con la piega bianca in copertina, sono tornato un ragazzino esaltato. Quando poi ho scoperto che dentro la fanza c'era una lettera per Valerio Marchi, che quella era la sua copia, ho iniziato a ragionare sulle coincidenze e su come un pezzo di carta possa essere così importante per delle persone che nemmeno si conoscono e che vivonono a centinaia di km di distanza.
Ci sono voluti quasi dieci anni ma alla fine ci siamo (ri)trovati!
Tra l'altro ho scoperto gli ELP che, mea culpa non conoscevo, e che mi sto sparando piacevolmente nei timpani. Su Punk4free trovate il loro disco, precisamente qui, 6 canzoni punk-hc vecchio stampo suonate col cuore e strillate a squarciagola. Suono italico anni '80, pochi fronzoli, tanta rabbia: vecchia scuola, insomma. Davvero niente male (su tutte Lacera), spero di vedervi presto dal vivo.

                                          Teppa Life #1 - estate 2000                                                         Verde #0 - aprile 2012

Ad aprile è nato nuovo progetto, Verde, un mensile elettrocartaceo autoprodotto e gratuito, online qui e uscito in 300 copie su mini-cd (le prime 30 numerate a mano stampa b/n).
Dall'editoriale: "Creare una rivista elettrocartacea oggi, provvidenzialmente immune da innocue tentazioni anacronistiche di avanguardia poetica/artistico-letteraria (riviste d’arte e poesia nel 2012?!), non è una follia né un’azione di vanità. È solo una combinazione, di speranza e rabbia: non si consegue l’una senza attuare l’altra."

Non so come sto messo a speranza ma di rabbia me n'è rimasta abbastanza, quindi con molto piacere ho accettato l'invito a partecipare a Verde con una paginetta su distro e progetti d.i.y. (presto vi romperò le palle).
Nel primo numero si parla di Scorze Records

Lo dico piano, non vorrei si spargesse troppo la voce.
E' in arrivo una versione 2.0 di Deny Everything Distro.
Non so ancora come sarà, di sicuro diverso da prima, ma presto si ripartirà a bomba!

giovedì 1 marzo 2012

ma che oooh

Lascio da parte la fase amarcord, il vecchio blog non si perdeva i necrologi e quindi oggi non potevo non condividere il dolore per la morte di un altro personaggio storico.
Non doveva essere un simpaticone ma due risate ce le ha fatte fare e a me piace ricordarlo così.

Non potrà godersi nemmeno la gloria di questo giorno perchè tutti parleranno di Lucio Dalla.
Pace all'anima sua.

domenica 19 febbraio 2012

Amarcord parte 2 - Bloody Riot

Fino al 2000, a 14-15 anni, ignoravo cosa fosse il punk figurarsi l'hardcore.
Ascoltavo i dischi che giravano a casa: una manciata di cantautori onesti e il rock classico degli anni '70, a questi aggiungevo un po' di rap politicizzato che mi girava un amico frikkettone. Nella deprimente periferia di mondo in cui vivo è sempre arrivata poca aria capitolina, certe idee non passavano proprio.
Insieme alla futura socia-distro frequentavo un liceo della periferia romana pieno di giovani stronzi e vanitosi adolescenti cerebrolesi, piazzato in un quartiere borghese e fascistoide. L'apice dell'attitudine anti-sistema era in mano alle "zecche" nel momento in cui progettavano inconsistenti occupazioni o durante la ricreazione quando si facevano le canne… il loro modo di esternare il "disagio", dicevano.
Per il resto c'era l'imbarazzo della scelta: partitina di straforo nel campetto della scuola, stramaledette versioni da tradurre, gite a Via Sannio, uscite di gruppo che si esaurivano in un giro intorno al palazzo, bellocci di turno tra palestra e fantomatiche storie di botte che non avevano mai dato, bellocce di turno coi loro ragazzi più grandi nemmeno così in forma ma con quei due-tre anni in più,  le "tresche", le "grezze", la pallavolo nella palestra della scuola, sabato pomeriggio in discoteca e domenica mattina in chiesa ma anche assemblee patetiche ed autocompiaciute, l'erba, il fumo, bestemmie nei corridoi e strisciate di merda al cesso, gli angeli azzurri al Transilvania se la madre di qualcuno ti riportava a casa, san valentini al parchetto e feste della donna alle giostre dell'EUR, le sigarette fumate solo  se c'è qualcuno che ti guarda, la Roma, la Lazio, i fascisti, le felpe Napapijri e Pickwick, le Magnum, le Cat sportive, le Squalo, le Perry Ellis, i concerti in aula magna dove tutti-proprio-tutti suonavano Come as you are, Basket Case, Knocking on heaven's door e Zombie dei Cranberries e i metallari facevano gli Stratovarius.


L'incazzatura provinciale, se esce fuori, è molto ignorante: primo passo prendere le distanze dagli scenari squallidi, anche solo con chiavi di lettura semplici semplici.
Capisci che non ti sta bene niente, anzi che ti fa schifo tutto, sia l'impostazione di paese sia il mancato cosmopolitismo della "capitale", la borghesia coi suoi rituali e il tuo giro che abbassa la testa o peggio è indifferente di fronte a tutto. Della grande città ti prendi solo i limiti, per raggiungerla devi farti viaggi della speranza in autobus nati vecchi e storti, insieme ad altri disperati, tutti stipati, tutti sudati, tutti abituati; mesi di traffico, il freddo delle mattine invernali nelle ossa e d'estate stabbio e gas di scarico nel naso. 
Oltre all'odore ti rimane un vago senso di appartenza al contrario: non so dov'è il mio branco ma di sicuro i coetanei (apparentemente) sicuri di sé e dai profumi di plastica, non sono dalla mia parte. Tutto questo ti prende alla pancia prima che alla testa, ti scopri disadattato e non hai bisogno di leggere Malatesta o Zerzan per capirlo, nè tantomento è necessario indossare un chiodo borchiato o le bretelle.
Come reazione rimanere ammaliati dal fascino della Stazione Termini, dalla ruggine, dalla puzza di piscio, da barboni, tossici, travestiti vecchia scuola e scoppiati random è qualcosa ma non è abbastanza.  Poi è più facile coltivare la curiosità per cinema-letteratura-fumetti estremi che intercettare una qualunque sottocultura. D'altronde a ben pochi interessavano Mondo Cane & Faces of death, La bestia in calore, John Waters, Charles Manson, Psycho Pathia Sexualis, lo splatter-punk e questo li rendeva ancora più stimolanti.
E a proposito di punk, in quel momento arrivava solo l'immagine più superficiale, legata a gente tipo Offspring, Rancid, Peter Punk o peggio ancora allo ska-punk egemonizzato da Ska-P e sostenitori italiani. I punk mi attraevano anche se non capivo cosa facessero oltre a sbevazzare buttati da qualche parte, ma se poi si ascoltavano quella robaccia, tanto valeva tenersi i cd dei Black Sabbath, rimane sempre la musica di tuo padre ma è sicuramente più sincera delle furberie in levare allegrotte e danzerecce.
Si, ci sono arrivato tardi al punk però il solco che ti separa profondamente dal resto del mondo si è scavato da solo quasi subito, insieme alla voglia di cercare attriti, di forzare le situazioni e provocare per il semplice gusto di farlo… tanto le cose già ti vanno male, hai 15 anni ma le prospettive non le vedi e quindi non c'è niente da perdere.

Nonostante tutto questo, a scuola c'era un amico che prendeva lo stesso autobus delle 06.00 (ma alla fermata dopo la mia, quindi mezz'ora più tardi, beato lui) e che ascoltava Blink182, Vandals e Millencolin. Che gruppi di merda!
Diceva di essere un punk e su una cassetta da 90' mi aveva copiato un disco dei Punkreas, uno delle Porno Riviste e The Decline dei NoFx. Rimanevo scettico anche perché ero abbagliato da Vaneigem e Debord. Insieme ci facciamo le prime manifestazioni e durante i vagabondaggi scopriamo la Libreria Internazionale di Valerio Marchi che spingeva i libretti Nautilus, i fumetti della Topolin, Torazine e capisaldi del calibro di Editoria Trash e Culture dell'Apocalisse!
Durante l'estate del 2001 volevo andare a Genova per il G8. Non ho mai fatto parte di nessun collettivo, nè tantomeno avuto tristi tessere di partito, ma guardavo a distanza una certa sinistra facilmente abbordabile. Alla fine non vado da nessuna parte e seguo tutta la storiaccia da casa, attaccato a Radio Onda Rossa. Scoprire che ti possono manganellare quando vogliono, arrestare, torturare, sparare in testa… è stato uno shock. Ero disadattato ma spoliticizzato e non pensavo fosse possibile una cosa del genere. Alcuni nascono con le idee chiare, magari spinti da un fratello/sorella più grande, io ho capito parecchie cose solo in quel momento.
Il senso d'impotenza e la rabbia trovavano dei responsabili. Mi sorprendeva la moderazione nella risposta di tutti e poi non riuscivo più a sopportare ragazzini ubriachi la mattina prima dei cortei e i poveri scemi vestiti da gitani o da Curt Cobain che mi chiedevano se sapevo dove comprare il fumo. Potevano sparare in faccia a chiunque e in qualunque momento, anche a noi, lì, adesso... come faceva quella gente a ballare dietro al camioncino "come se nulla fosse"?

In quei giorni alla radio avevo sentito spesso una canzone registrata malissimo (secondo i miei parametri di allora) contro la polizia, diceva che era assassina, che dovevano infilarsi le mani nel culo, che dovevano morire. Non capivo altro, ma mi bastava: era quello che pensavo anche io. Con l'amico punk si torna da Valerio Marchi, lui per comprare Planeta Eskoria, io mi ero lasciato convincere a prendere Avanzo de Cantiere, perché i testi della Banda Bassotti alla fine andavano bene.
Mentre stavo pagando ho realizzato che non me ne fregava niente di Avanzo de Cantiere e che cercavo qualcosa come quella canzone contro la polizia. E lo dico a Valerio Marchi che mi capisce al volo: 
-Er gruppo de Robbertino, è un amico mio, se chiamano Bloody Riot. Con Onda Rossa abbiamo fatto uscì il cd col libro. Tiè, costa 25.000 lire, come il cd dell'amico tuo, se te fa schifo il cd lo butti e almeno te leggi un libro.-
E poi mi regala una spilletta perché -c'hai la maglietta più brutta c'ho visto, mettice sta spilla così è un po' meno brutta.-

Arrivato a casa ascolto il cd e davvero penso di buttarlo: che bisogno c'è di strillare così, non si capisce un cazzo, perché la registrazione è così approssimativa? Almeno c'è sta canzone sulla polizia che dice quello che nessun'altro ha il coraggio di dire, senza troppi giri di parole, sono incazzati come sono incazzato io.
C'è pure una canzone contro il servizio militare, ancora è presto però poi mi tocca pure a me; è vero io non ho ammazzato nessuno perché mi devono levare un anno di vita… sto disco è un casino però le cose che strilla il cantante sono quelle che direi io, pure io odio quei frikkettoni ipocriti che non gliene frega niente di niente…
Se non fosse per il caos, almeno c'è il libro con un po' di foto, mi sembra una stronzata. 
Inizio a leggerlo e mi si apre un mondo. E da quel momento, per me, è cambiato tutto.